
E’ stato presentato in questi giorni alla Sapienza di Roma uno degli 8 progetti approvati dal Ministero dello Sviluppo Economico inerenti allo sviluppo e crescita del Piano Industria 4.0, un progetto ambizioso che mette in evidenza l’importanza dello cyber sviluppo e che riconosce che il presente, ma soprattutto il futuro della crescita nazionale globalizzata non può fare a meno di considerare, senza ulteriori stalli, l’integrazione della tecnologia nella ricchezza economica di un paese. Competence Center Cyber 4.0 dedicato alla Cyber Security ha coinvolto non solo il noto ateneo romano che sarà di riferimento per le tematiche considerate, ma ha visto la partecipazione di più di 35 soggetti privati integrati da moltissimi professori, ricercatori e dirigenti di spicco nel panorama internazionale e un investimento di circa 15 milioni di euro di cui buona parte dedicati alla formazione. Un progetto ambizioso ma dovuto che Teodoro Valente Prorettore per la Ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico dell’Università La Sapienza spiega con consapevolezza.
Cyber 4.0: un progetto reale a tutela della sicurezza teconologica
Il primo punto d’analizzare che merita particolare attenzione riguarda la cyber sicurezza: secondo alcune analisi l’Italia è tra i paesi a maggior rischio attacco telematico, il che provoca instabilità oltre che numerosi problemi quotidiani sia di tipo economico che di diffusione di dati sensibili. Valente ha spiegato che l’analisi è partita dallo studio di tre aspetti fondamentali individuati in un nucleo centrale definito cyber core:”Questo trova declinazione in tre filoni specifici.Il primo che abbiamo individuato è lo spazio che riguarda, per esempio, tutta la parte di sicurezza delle comunicazioni satellitari. Il secondo tema è quello dell’automotive, e quindi la nuova generazione veicoli ad alto controllo elettronico. Il terzo filone, infine, riguarda i temi legati allae-health,alla medicina elettronica, che integra,ad esempio, sia la telemedicina che il fascicolo telematico personale del paziente.” Determinante per avviare il progetto la cooperazione tra più soggetti, entità in gradi di creare attraverso una rete efficiente un servizio concorrenziale e all’altezza dei tanti poli europei e non solo: da qui la partecipazione della Sapienza e delle altre università del Lazio oltre a quella dell’Aquila e la presenza di soggetti come il CNR, l’INAIL e l’Istituto Superiore della Sanità competenti soprattutto in materia di health. La stabilità del progetto oltre che la sua riuscita è data anche dalla collaborazione degli enti pubblici con alcuni soggetti privati che danno vita ad una partnership esemplare in grado di garantire una continuità del lavoro impostato.In proposito Valente ha aggiunto:”La collaborazione tra pubblico e privato prevede anche la partecipazione, non in termini di partenariato ma di attuazione delle misure previste sull’orientamento dei digital Innovation hub. “
Competence Center: enti pubblici e privati insieme per una partenership innovativa
Il Competence Center ha previsto un piano di formazione finalizzato ad un adeguamento rinnovato a tutela della cyber sicurezza diviso in tre grandi blocchi: un’area di decision marker riservata ai manager, un’altra destinata ad aggiornare l’aspetto tecnologico destinata ai cyber, e infine una intermedia per coloro che devono acquisire nozioni sia generali che più specifiche. Come sopra citato le persone coinvolte in questo ambizioso progetto sono moltissime, anche gli investimenti messi a disposizione non sono irrilevanti occorre solo valutare i tempi di realizzazione anche se, secondo Valente, la macchina è già in funzione:”Noi siamo pronti a partire con la prima fase, secondo il piano temporale che abbiamo presentato non appena IL ministero ci darà il via libera. Ovviamente partiremo in maniera graduale”.
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Questo articolo è stato scritto da Redazione
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